Sabina Meyer

A VOCE NUDA

 Aforismi vocali

 

 

Queste brevi note, alla maniera dell’aforisma, sono emerse in questi anni passati con il canto, sia in veste dinterprete, sia di docente.

L’approccio è intuitivo, si lascia guidare dalloggetto che studia e grazie a esso scopre e trova risposte.

Inaspettate, contradditorie.

Ed è proprio questa la natura del canto: larte della contraddizione. Il canto fa dialogare istinto e intelletto, spirito e materia.

Cantare implica un autocontrollo passivo.

Le osservazioni riflettono la mia esperienza nell’ambito della musica contemporanea, accademica e non, della musica d’improvvisazione, della sound poetry e del canto barocco: ambiti apparentemente lontani tra loro che però trovano un filo conduttore grazie ad unattitudine che combina istinto, improvvisazione e tecnica.

Questindagine, infatti, prende le mosse dalla tecnica classica, ne spiega il funzionamento e lefficacia per essere poi trasposta in stili e pratiche sonore diversissime. La scoperta che facciamo è che più è solida la nostra base strutturale che implica la calma del corpo e della mente più la nostra voce, il nostro estro sapranno involarsi liberamente, attingendo a possibilità di colore espressivo inusitati.

Qui la voce vuole innanzitutto far cantare il corpo, far emergere il suono, trovare il chiaro scuro.

Tra urlo belluino e soave sospiro. 

La Repubblica, 14.05.2017, p.24

 

            «È il corpo che canta, non noi». In varie parti del testo di Sabina Meyer questo corpo è una sintesi, anzi: una connessione, tra fisicità, intellettualità e spiritualità. Dove comincia l’una e dove si accede alle altre non è detto. Forse, anzi sicuramente, il motivo è che in Meyer uno stacco non c’è tra queste facoltà del corpo che canta. Lo capiamo quando questa chanteuse è in scena. Anche se può interessare, come un’indagine su un caso intricato, cercare di scorgere i momenti delle sue performances in cui le facoltà sono distinte. Dove una prevale sull’altra. Non ci sono forse concentrazione «speculativa» e estasi mistica allacciate allo spasimo fisico nel corso delle improvvisazioni radicali di Meyer, anche quando il quadro d’insieme è assai agitato? E non ci sono un lirismo trasognato e una sensualità dichiarata insieme all’analisi dei testi di Scelsi, considerati esoterici e forse a torto? Quanto alla Sabina Meyer che si dedica alla musica antica, il suo Monteverdi è tanto spirituale quanto fisico e mentale, così che ne abbiamo una versione non calligrafica, non archivistica, non manierata di melodismi esagerati.”  

Mario Gamba, 2016

Indice

Prefazione

Premessa

Introduzione

I Larte della contraddizione

II Verità e artifizio

III Estasi

IV Radice

V Chiaroscuro

VI Dall urlo belluino al soave sospiro

VII Pensiero

VIII Parola

IX Testo

X Intenzione

XI Il sé  

XII Verosimiglianza

XIII Non fare

XIV Nuca  

XV Immissione

XVI Apollineo. Dionisiaco

XVII Drammaturgia

XVIII Cesura despressione

IXX Stato di salute

XX Articolazione

XXI Stile

XXII Intervalli

XXIII Improvvisazione

XXIV Energia

XXV Sorriso

XXVI Orecchio

XXVII Lorecchio destro

XXVIII Albero

XXIX Lingua

XXX Madrelingua

XXXI Vocali, Consonanti

XXXII Ascolti

XXXIII Non ascoltare

XXXIV Colonna

XXXV Flusso d’aria

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LETTURE

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